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Neuroscienze e processi di apprendimentotorna su

Il Prof. Massimo Gandolfini e il Prof. Alfredo Altomonte intervengono sabato 28 novembre al Corso interdisciplinare che, in questo secondo appuntamento, mette a fuoco la relazione tra neuroscienze e processi di apprendimento.

 

Dopo aver approfondito l’approccio antropologico alle neuroscienze, con la relazione del Prof. Juan José Sanguineti, della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, lo scorso 14 novembre, l’attenzione si sposta ora sui processi di apprendimento.

È un gradito ritorno quello del Prof. Massimo Gandolfini, Ordinario di Neurochirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che interviene su: «Le basi neurofisiologiche dell’apprendimento nella prospettiva del maschile e del femminile».

A partire dalla constatazione che «i processi di strutturazione dello psichismo, dell’identità di sé e, quindi, della personalità sono stati oggetto di analisi multidisciplinari, sempre nella prospettiva del come e del perché l’organizzazione dinamica di processi psicologici e neurologici modellasse la costituzione interna della persona, singolarmente presa».

Per il relatore, è interessante poter oggi contare su uno sguardo più analitico e più esaustivo del processo delle neuroscienze che non finirà mai di affascinarci. E certamente, «anche la prospettiva dell’identità sessuata maschio-femmina trova nuovi ed inediti elementi di chiarificazione nell’ottica della strutturazione della personalità maschile e femminile, prima che si possa affermare l’influenza di spinte esterne legate a stereotipi culturali».

Lo studio psiconeurobiologico riafferma dunque l’aspetto biologico come componente determinante, prima ed oltre il dato culturale.

L’intervento del Prof. Alfredo Altomonte, docente di Psicologia dell’Educazione alla Facoltà «Auxilium», dal titolo: «Funzionamento dei neuroni specchio e una nuova visione dei processi di apprendimento: il punto di vista della psicologia dell’educazione», a partire dalle conclusioni del Prof. Gandolfini, mette a fuoco come «le neuroscienze hanno appena iniziato a svelare i tesori contenuti nelle nostra mente e a spiegare l’origine dei nostri comportamenti più complessi ed evoluti».

Aperti, dunque, a un futuro che, molto probabilmente, riserverà grandi sorprese, continua il Prof. Altomonte «possiamo già da ora contare su due importanti pilastri: la certezza che la nostra identità è definita dalla relazione con i nostri simili e la scoperta che i nostri comportamenti sono strettamente collegati alle primissime esperienze della nostra esistenza».

Da qui la necessità di un approccio multidisciplinare, globale ed olistico, dove «il paziente ed il discente non sono più visti come le persone alla quali viene donata conoscenza, ma come individui che, nella loro individualità e specificità, richiedono comprensione e integrazione affettiva e relazionale».

È proprio «la sinergia tra le neuroscienze e le scienze dell’educazione, la condivisione delle conoscenze e la mutua collaborazione nello studio di problematiche comuni, nel rispetto delle specifiche identità, che permette di giungere ad una comprensione più profonda del funzionamento della mente». Nei processi di apprendimento, è dunque importante la conoscenza del funzionamento dei neuroni- specchio che «determina una nuova visione e nuove modalità di esecuzione dell’apprendimento interattivo, ottenibili mediante unità e piani di studio personalizzati basati sulla condivisione pluri-disciplinare delle conoscenze».

Sabato 12 dicembre 2015, è previsto il terzo e ultimo Incontro del Corso interdisicplinare 2015-2016.

La Prof.ssa Caterina Cangià dell’Università Pontificia Salesiana di Roma interverrà su: «Prassi educativa e neuroscienze: ambienti di apprendimento per lo sviluppo».

 

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