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“Aprire il mondo. Confini, trasgressioni, ospitalità” è il tema che caratterizzerà l’inaugurazione dell’anno accademico all’ “Istituto Giuseppe Toniolo” di Modena, affiliato alla Facoltà, sabato 25 settembre 2021. All’evento saranno presenti anche la Preside, prof.ssa Piera Ruffinatto, e la prof.ssa Maria Spólnik, sua Delegata per gli Istituti Affiliati.

 

Una mattinata che si annuncia intensa e ricca di stimoli per pensare e programmare. È prevista la modalità di partecipazione mista: gli studenti del 1° anno e i laureati sono convocati in presenza, mentre per gli altri è previsto il collegamento online.

Dopo i saluti istituzionali da parte della Preside e del Direttore dell’Istituto, Padre Giuliano Stenico (ore 9.45), il prof. Marcello Neri, docente di Etica e deontologia professionale e Antropologia teologica, introdurrà la Prolusione del prof. Kurt Appel, docente ordinario di Teologia fondamentale presso la Facoltà cattolica di Teologia dell’Università di Vienna, dove dirige anche il Centro interdisciplinare di ricerca “Religione e trasformazione nella società contemporanea”. Durante la mattinata, saranno consegnate le pergamene agli studenti neo-laureati all’Istituto.

 

Obiettivo della giornata è approfondire l’Enciclica di papa Francesco Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, in cui si offre una nuova narrazione intorno a cui disegnare l’immaginario comune di un mondo degno di essere abitato da tutti, uomini e donne, senza esclusione alcuna.

La scelta di «aprire l’anno accademico riprendendo la riflessione su Fratelli tutti - sottolinea padre Giuliano Stenico, Direttore dell’Istituto - è per rimarcare la necessità di educare all’incontro come viatico nel pensare e generale un mondo aperto. Le relazioni interpersonali e nella società sono i problemi del nostro tempo. Grandi questioni come ambiente e migrazioni necessitano di un approccio globale, così come occorre rendere le persone capaci di accogliere e dialogare per crescere. Questa è la missione dell’educatore. L’identità non può che essere dialogale e solo un rapporto empatico consente lo sviluppo di persone con sentimenti solidi in grado di affrontare l’imprevisto. Occorre, dunque, puntare all’educazione del cuore, intesa come valorizzazione delle fragilità che siamo chiamati a supportare e a far evolvere come momenti di crescita sociale».

 

Su questa base, raccogliendo le prospettive delineate da papa Francesco nel capitolo “Pensare e generare un mondo aperto”, il prof. Kurt Appel suggerirà alcune piste di riflessione sulle trasformazioni dello spazio pubblico e della socialità umana implicate in un’opera comune di apertura del mondo. Opera in cui l’agire educativo può emergere in tutta la sua valenza politica di forza sovversiva che edifica il vivere insieme umano, a partire da una fragilità che non è solo di alcuni ai margini, ma che ci accomuna tutti.

 

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