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Le Università Cattoliche nel Processo di Bologna: finalità, percorsi e prospettive operativetorna su

«Il Processo di Bologna, al di là dei cambiamenti strutturali, è opportunità di maturare la passione per la verità, la disciplina della ragione e l'integrazione dei saperi scientifici in un orizzonte sapienziale comune; di passare dalla società della conoscenza alla società della saggezza».
È quanto ha affermato monsignor Nunzio Galantino intervenendo il 24 aprile, presso l'Aula Magna della Pontificia Facoltà di Scienze dell'Educazione «Auxilium» sul tema: «Le Università Cattoliche nel Processo di Bologna: finalità, percorsi e prospettive operative».

L'incontro si colloca all'interno di un percorso di rinnovamento che la Facoltà sta attuando, sollecitata dalle indicazioni del Processo di Bologna e dalla valutazione di qualità dell'istituzione ancora in corso.
Monsignor Galantino, membro del Comitato della CEI per il riconoscimento degli Istituti di Scienze Religiose e impegnato nel "Progetto di riordino della formazione teologica in Italia", ha esposto con chiarezza i passi del Processo di Bologna. Tale Processo, avviato nel 1999 dalla Commissione Europea, coinvolge oggi 45 Stati d'Europa, tra cui la Santa Sede, in un itinerario che mira al riposizionamento dell'istruzione superiore nel continente, sulla scia di quanto sta avvenendo anche in America e in Giappone.
Obiettivo per il 2010 è costruire uno Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore, al fine di accrescere l'occupazione, favorire la mobilità dei docenti e degli studenti e promuovere l'istruzione superiore europea nel mondo.
«Il Processo di Bologna non è solo riorganizzazione delle struttura, ma necessità di affrontare i nodi culturali ed il ruolo che le Università devono avere per la vita della Nazione e... della Chiesa - ha continuato monsignor Galantino -. Non si tratta solo di attenzione alle istituzioni, ma di "costruzione di ponti" per creare e far crescere lo "Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore"». Quindi, non solo studio delle sfide di carattere amministrativo, ma creazione di percorsi e di condizioni che permettano di far transitare contenuti e valori perché siano condivisi.
Parlando degli Atenei cattolici, monsignor Galantino ha ribadito: «È terminato il tempo in cui le singole istituzioni devono preoccuparsi di qualificare e promuovere una conoscenza e un sapere per sé. È importante aprire e condividere, far conoscere il bene che si fa e proporre la qualità dell'istruzione che si dà, evidenziando e riqualificando la propria identit&agrve; di Università Cattoliche e/o Pontificie».
L'eccellenza richiesta si coniuga dunque con la scelta del partenariato, l'abilità a gestire le istituzioni con capacità "manageriali", la libertà di affrontare le nuove emergenze poiché la legittimazione alle strutture viene dalla qualità dell'offerta formativa in sintonia con la propria identità. In tal modo si può realizzare un'autentica agorà, luogo di scambio in cui incontrarsi, pensare e cooperare.



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