Scegli la tua lingua
Home > Archivio Notizie > Rivista di Scienze dell’Educazione 1/2025

Rivista di Scienze dell’Educazione 1/2025torna su

È stato pubblicato il fascicolo 1 dell’annata 2025 della Rivista di Scienze dell’Educazione, che dedica l’intera annata al tema di speranza, considerata come orizzonte irrinunciabile in cui collocare ogni riflessione e prassi educativa nel mondo contemporaneo.

Il Dossier di questo primo fascicolo approfondisce l’ottica della speranza come «orizzonte per educare oggi», proponendosi di esplorarne la complessità attraverso alcune prospettive scientifiche.

«In un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti socioculturali, il concetto di speranza emerge infatti come elemento fondamentale non solo per il benessere individuale, ma anche come potenziale chiave interpretativa e operativa per i processi educativi» scrive la prof.ssa Patricia Parraguez Núñez nell’Introduzione.

 

È un approccio transdisciplinare che intreccia filosofia, teologia, psicologia, sociologia e pedagogia, con l’obiettivo di fornire sia un quadro teorico approfondito sia strumenti applicativi per ricercatori e professionisti dell’educazione, che nasce dalla convinzione che «la speranza non sia semplicemente un’emozione positiva o un generico ottimismo, ma un costrutto antropologico complesso che richiede un’analisi multidimensionale. Attraverso i diversi contributi, si delinea una visione della speranza come forza trasformativa capace di orientare l’azione educativa verso una piena realizzazione della persona e della comunità».

 

Introduce al tema la riflessione di Flavia Silli sulla ricerca di senso come fondamento antropologico della speranza. L’Autrice si domanda se, in un contesto culturale segnato dalla crisi del lògosdai vari volti, questa apparente logofobìa non sia una manifestazione di un bisogno latente di senso e di riconoscimento, in particolare nel mondo giovanile, interpellando così filosofia, pedagogia e antropologia a unire le forze per elaborare un modello educativo che «restituisca centralità alla persona e ne promuova la capacità di sperare e di esercitare la propria libertà con la consapevolezza che la domanda di felicità piena nell’essere umano è ineludibile».

 

Questa prospettiva filosofico-antropologica viene arricchita dal contributo di Angela Maria Lupo, che esplora la dimensione biblica della speranza attraverso il simbolismo dell’Albero della vita, rievocando un cammino umano verso la redenzione e la pienezza della comunione con Dio. In ogni fase, dalla Genesi all’Apocalisse, «la speranza è descritta come forza capace di trasformare la sofferenza in grazia, la croce in vittoria, e la mortalità in promessa di comunione con Dio, illuminando tanto il presente quanto l’attesa del futuro».

 

La dimensione psicologica della speranza viene approfondita da Santo Di Nuovo e Caterina Ugolini, che la distinguono dal generico ottimismo, evidenziandone la natura relazionale e attiva, nonché le ricadute in termini di resilienza, adattamento sociale e formazione del capitale umano. Complementare a questa analisi, è il contributo di Marie-Judith Jean-Baptiste, che esplora il legame tra fiducia, empatia e speranza, considerandole potenzialità interconnesse che si radicano nelle relazioni primarie e si sviluppano nel corso della vita, con profonde implicazioni per il benessere psicologico e l’educazione.

 

La dimensione pedagogica della speranza, invece, viene ulteriormente arricchita dall’articolo di Patricia Imbarack Dagach, che analizza il contributo del filosofo esistenzialista Gabriel Marcel per la pedagogia contemporanea, proponendo la speranza come atto di resistenza contro la strumentalizzazione dell’apprendimento e come forza per ridare senso alla vocazione docente in un contesto di crisi di significato.

 

Infine, Isabella Cordisco esplora la speranza dalla prospettiva della sociologia dell’educazione. Attraverso una revisione sistematica della letteratura, l’Autrice constata come il concetto di speranza non è stato sempre esplicitamente tematizzato nella sociologia e per colmare tale lacuna analizza i contributi fondamentali della sociologia dell’educazione, con particolare attenzione agli autori che hanno considerato l’educazione come leva di cambiamento sociale. Per Cordisco, la speranza non è una nozione astratta, ma una realtà che agisce nei soggetti dell’educazione, rendendoli agenti capaci di trasformazione, perché le loro pratiche e strategie concrete sono mosse dalla speranza.

 

La pluralità degli approcci permette di comprendere la complessità del concetto di speranza, la possibilità di considerarla un’idea-ponte tra diverse discipline, una risorsa fondamentale e un orizzonte naturale e imprescindibile entro cui affrontare le sfide educative contemporanee.

Un invito, dunque, a considerare la speranza non solo come oggetto di studio accademico, ma come dimensione essenziale dell’uomo, spazio e prospettiva irrinunciabile per la prassi educativa, capace di orientare il lavoro di insegnanti, educatori e ricercatori verso la costruzione di contesti formativi più umani, inclusivi e aperti alla trascendenza.

 

Questa prospettiva educativa della speranza, sarà ulteriormente approfondita nel prossimo fascicolo con riferimenti espliciti allo studio e alla rilettura dei segni dei tempi come segni di speranza, in particolare per l’educazione delle nuove generazioni.

 

L’auspicio è che con questi apporti si possa contribuire a rinnovare l’interesse scientifico sul tema e stimolare ulteriori ricerche interdisciplinari, nella convinzione che essa rappresenti una condizione necessaria per immaginare e costruire futuri educativi più equi e sostenibili, in grado di rispondere alle profonde domande di senso che caratterizzano l'essere umano in ogni fase della sua esistenza.

Come afferma Paulo Freire, è nell'intreccio tra speranza e prassi trasformativa che possiamo costruire un’educazione che sia veramente “pratica della libertà”, capace di superare le determinazioni del presente per aprirsi a possibilità inedite di umanizzazione e di giustizia sociale.

 

Sommario RSE 1/2025