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EXPO: coltiviamo il talento di educaretorna su

Gli eventi sono programmati per il 23 e 24 settembre. Due giorni intensi in cui la Facoltà «Auxilium» si presenterà, presso il Padiglione Casa Don Bosco, all’Expo 2015 di Milano. Sono circa 50, tra Docenti, Studenti e personale tecnico ausiliario, i partecipanti che, a diverso titolo, animeranno i tre eventi in programma:

  • 23 settembre ore 13.00, una tavola rotonda dal titolo: “Coltivare il talento di educare”.
  • 23 settembre ore 17.30, un panel dal titolo: “Periferie dell’educazione”.
  • 24 settembre: una giornata scandita a orari diversi da tre workshop attorno al tema “Educare è nutrire la vita” coordinati dalla Prof.ssa Enrica Ottone, dal Dott. Claudio Foti e dal Dott. Andrea Ascari.

Ne abbiamo parlato con la Preside, Prof.ssa Pina Del Core, e alcuni Docenti.

Perché la Facoltà ha deciso di essere presente all’Esposizione mondiale di Milano?
Preside: «La Facoltà Auxilium si presenta all’EXPO per dire a tutti quanto sia vitale nutrire corpo, mente e cuore con l’educazione. Non a caso la vision e la mission della nostra Facoltà è sintetizzata in queste parole: coltiviamo il talento di educare. Educarsi ed educare, cioè offrire spazi ed esperienze che permettono di crescere in umanità, di creare un ambiente che sia realmente uno ‘spazio di vita’ che a sua volta genera e nutre la vita di molti».

Che cosa si intende sottolineare con il tema generale dell’evento: “Nutrire il corpo, educare la persona, coltivare il sogno”?
Preside: «La mia personale esperienza di studio e di ricerca sia in ambito educativo che nell’ambito della psicologia dello sviluppo e dell’orientamento di cui mi occupo, mi ha condotta a verificare il nesso profondo tra nutrire il corpo, educare la persona e coltivare il sogno.
Il corpo, oggi più che mai al centro dell’attenzione, è divenuto oggetto quasi di ‘culto’ nella ricerca del benessere e della salute a tutti i costi. Corporeità e mondo emozionale, gestualità e relazione con l’altro, alimentazione e ricerca di senso costituiscono un nuovo campo di studio e di ricerca che trova nella psicologia - o meglio nella psicosomatica - e nell’educazione le sue coordinate fondamentali. Mentre il corpo visibilizza l’identità della persona, il suo essere uomo o donna, il cibo e l’alimentazione concretizzano l’espressione della cura o della trascuratezza fisica e affettiva, e ciò in virtù del loro essere rivelatori dell’uomo, primario mezzo espressivo dell'interiorità umana.
Non a caso diverse ricerche hanno dimostrato una stretta correlazione tra sviluppo dell’identità e disturbi alimentari, tra immagine corporea, immagine di sé e progettualità. La proiezione nel futuro e cioè il sogno sembra essere direttamente proporzionale all’esperienza di relazioni educative e interpersonali significative.

Comprendere questi fenomeni costituisce il primo passo per poter sviluppare percorsi educativi che possano concretamente incidere sui processi di costruzione delle identità, specialmente adolescenziali. Gli educatori e, in genere, tutte le professioni educative e sociali devono lasciarsi interpellare da tutto ciò per rileggere criticamente le esperienze e promuovere sia stili di vita sani e responsabili, rispettosi della persona umana, sia relazioni ricche e arricchenti, capaci di costruire un’autentica cultura della vita».

Per la Prof.ssa Elisabetta Straffi, «A partire da una prospettiva educativa, la domanda rimanda alla “centralità della persona” e al delicato compito di accompagnare coloro che si apprestano a crescere. Ogni educatore “nutre il corpo” ogni volta che si prende cura del “nutrimento fondamentale per la crescita” fatto di ingredienti “sani”, pertinenti alla “salute/benessere” della persona. “Bene-essere” inteso secondo una prospettiva psicologica, medica ed etica. Questa attenzione al nutrimento non trascura il valore della progettualità, ossia favorire/agevolare in ogni persona in crescita la conoscenza e la realizzazione delle proprie potenzialità, in termini psicologici la realizzazione del proprio sé. “Coltivare il sogno” significa vivere la propria esistenza spinti dal bisogno di scoprire in che modo concretizza al meglio proprio l’obiettivo‎ della realizzazione di se stessi in una forma originale che ci rende “unici”. Potremmo dire che l’educatore si pone a fianco ad ogni persona accompagnandola verso la realizzazione della propria unicità: il compito/sogno che appartiene ad ognuno di noi».

«In una contemporaneità caratterizzata da complessità e da insidie permanenti che mettono a repentaglio il senso autentico dell’umano è necessario rimodulare senso e azioni dell’esistenza - sostiene il Prof. Massimiliano Padula -. Nutrire il corpo significa non svilirlo né svenderlo, significa affermare la sua natura contro ogni tentativo di alterazione, significa rispettarlo assumendo uno stile di vita sano. Conseguenza diretta di questo atteggiamento è l’educazione della persona. I processi educativi, a mio parere, devono subire una vera e propria rivoluzione fronteggiando le derive dell’umano. In un’epoca di conoscenza totale, nella quale ogni cosa è disponibile nell’immediato, l’educazione ritorna prepotente come la bussola che orienta l’esistenza, la conduce, l’abbraccia e l’accompagna. In questo quadro, il sognospesso si riduce ad interstizio, a piccolo anfratto nel quale è difficile entrare. Lo sforzo è allargare (e coltivare) quello spazio angusto per metterci dentro desideri, aspirazioni, progetti. Coltivare non significa realizzare, ma costruire. Ed ogni cosa costruita, anche la più piccola, è un sogno realizzato».

La Prof.ssa Maria Grazia Vergari interpreta il tema generale della presenza a Expo precisando che «Nutrire il corpo oggi è ridare valore al “corpo” come autentico spazio di comunicazione e di incontro con l’altro. È rispondere, da educatori, alla fame di sguardi e di relazioni nutrienti che fanno crescere nella pienezza di umanità ogni uomo. Educare la persona significa accompagnarla alla piena e progressiva consapevolezza della sua unicità e come “essere in relazione”. Coltivare il sogno oggi è ridestare, soprattutto nei più giovani, la capacità di sorprendersi di sé , degli altri e del mondo e osare piccoli passi dentro grandi orizzonti».

 

La Facoltà «Auxilium» a Expo 2015