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Rigenerare la società a partire dalla periferiatorna su

L’educazione integrale della persona, con attenzione alle risorse delle donne a servizio della comunità civile, è un fattore imprescindibile per Roma “città educante”.

È il filo rosso che ha attraversato la tavola rotonda promossa dalla Facoltà «Auxilium», in collaborazione con il Municipio XIII e il Municipio XIV di Roma Capitale presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio.

Un confronto sulle sfide educative per rigenerare la società a partire dalle periferie. Porsi in ascolto delle istituzioni del territorio per confrontarsi con le “domande” educative di oggi e individuare prospettive di risposta.

L’evento, organizzato nel corso del 150° di fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1872-2022), fin dagli inizi dedito all’educazione dei giovani e delle giovani, specie delle più svantaggiate - ha avviato un dialogo tra le istituzioni per fare di Roma una “città educante”, capace di offrire percorsi di crescita e di formazione, anche nelle zone periferiche della città.

 

Il saluto delle istituzioni

Ad aprire i lavori - moderati da Andrea Zapparoli, esperto in disagio giovanile e dipendenze -, il saluto di Claudia Pratelli, Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale, che ha evidenziato l’importanza di «favorire strategie comuni capaci di mettere in relazione i luoghi del sapere con la città, in una continua e reciproca contaminazione. La missione educativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice è molta preziosa per la nostra città: l’educazione, infatti, è il principale strumento per promuovere una città più giusta».

 

Anche Madre Chiara Cazzuola, Superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e Gran Cancelliere della Facoltà, nell’indirizzo di saluto ha sottolineato il valore di pensare e operare in rete tra le Istituzioni per l’educazione «via efficace per umanizzare il mondo e la storia, questione di amore e di corresponsabilità che si propone come l’antidoto all’individualismo, allo scarto, al sentirsi senza appartenenze».

 

La Facoltà e il territorio

Punto di partenza della tavola rotonda è stata la presentazione dei dati storici che documentano sin dal 1891 la presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) nella Capitale: «A Roma hanno preferito le periferie urbane e umane: qui si è portato il rispetto per ogni persona, il senso del dovere e del bene comune. Molte di quelle case ora sono parte integrante della città, alle prese con nuove forme di povertà e sfide educative», ha spiegato Grazia Loparco, Docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà. Dal quartiere popolare di Castro Pretorio a Trastevere, tra le povere casette di allora; da via Appia Nuova a Testaccio; da Tuscolano a Tor Bella Monaca. A Roma, oggi, le comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice sono 16, oltre a quelle dei Salesiani di Don Bosco.

 

Altro momento centrale della presenza delle FMA a Roma risale al 1978, quando in un’altra periferia, quella dopo Casalotti, dove mancavano scuole e servizi, è sorta la prima Facoltà Pontificia affidata a donne, dedita alla formazione di figure educative. «Oggi la Facoltà “Auxilium”, sul nostro territorio, costituisce un “polo” capace di invertire la prospettiva che spinge solitamente in direzione centripeta nella ricerca delle eccellenze formative - ha commentato Marco Della Porta, Presidente del Municipio XIV -. Non rappresenta solo un presidio culturale, ma anche valoriale e di genere, ospitando una comunità nella comunità, con una forte vocazione internazionale».

 

Gli ha fatto eco Sabrina Giuseppetti, Presidente del Municipio XIII, la quale si è soffermata sul titolo della tavola rotonda: «Educare alle prospettive al femminile significa educare a una società equa, promotrice di bagagli valoriali che diano spessore al tessuto relazionale». L’educazione integrale della persona, con attenzione particolare alle risorse delle donne a servizio della comunità civile, rappresenta dunque un fattore imprescindibile per un impegno a favore di una “città educante”, «capace - ha aggiunto Giuseppetti - di guardare alla costruzione di relazioni che diventano “sistema” di relazioni, il tutto con una consapevolezza di base: ogni persona può cambiare e contribuire a migliorare il sistema di appartenenza e di conseguenza i sistemi correlati».

 

Piera Ruffinatto, Preside della Facoltà «Auxilium, ha evidenziato l’impegno dell’istituzione, di formare professionisti dell’educazione che intendono la professione educativa in dimensione progettuale e totalizzante. I tempi che stiamo vivendo infatti «fortemente sfidati dal post-pandemia, dai conflitti, dalla crisi economica e sociale, si ripercuotono sulle nuove generazioni, ipotecandone il futuro. Per questo è necessario stringere un’alleanza nella quale ciascuno e ciascuna di noi offra il suo apporto per comprendere criticamente e governare con lungimiranza la radicale transizione in atto».

 

Il talento di educare

Centrali nel corso della tavola rotonda sono state le testimonianze di tre exalunne della Facoltà, che investono le loro competenze e la loro professionalità nei vari settori socioeducativi della Capitale e dei Municipi. Nei loro interventi, le giovani professioniste hanno rilevato il “bagaglio” di competenze che hanno acquisito durante gli anni di studio: «l’attenzione alla persona nella sua interezza, ai contesti di vita e di crescita, l’importanza di prevenire e l’arte di sostenere genitori, insegnanti, ragazzi», ha sottolineato Maria Grazia Vergari, psicologa e docente alla Facoltà. Ma anche, secondo Elisabetta Marini, Insegnante di religione nella Diocesi di Porto-Santa Rufina «la convinzione che educare è umanizzare la società, è formare cittadini solidali e consapevoli. E, ancor prima di veicolare contenuti, gli insegnanti sono chiamati ad accompagnare i ragazzi a maturare una progettualità di vita, e a farlo senza “invaderli”, rispettando la loro speciale essenza». Infine, Elisabetta Empler, Educatore professionale, che ha ribadito come ci sia bisogni di educatori e pedagogisti «preparati e competenti che abbiano a cuore la propria missione educativa»e soprattutto che siano capaci di mediare «il valore e l’amore per l’educazione».

Nelle conclusioni hanno trovato spazio alcuni interrogativi riguardo le azioni educative e i progetti che la Facoltà «Auxilium» potrebbe mettere in campo per favorire l’implementazione della rete con il territorio, generando traiettorie che intersecano le politiche educative, sociali, culturali, come pure l’augurio che, insieme alle Istituzioni del territorio, possa diventare sempre più “spazio generativo” con la condivisione dei processi, la costruzione di un linguaggio condiviso, la trasparenza delle relazioni e la corresponsabilità nell’agire.

 

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